Le feste non sono ancora terminate, ma la sostenibilità e il futuro del pianeta non vanno in vacanza. Ecco perché è bene non abbassare la soglia di attenzione sul corretto riciclo degli imballaggi, specie quelli in plastica che in questo periodo affollano le case dopo il Natale. Il primo tassello per attivare il circolo virtuoso del riciclo è infatti un corretto comportamento, poiché la qualità del conferimento è fondamentale per elevare le percentuali di riciclo.
Nonostante la pratica della differenziazione sia sempre più diffusa, permangono infatti ancora diversi dubbi. Corepla, il “Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica”, ha diffuso di recente un serie di buone pratiche per riciclare in maniera corretta la plastica. Ecco qualche spunto:

  • nella plastica vanno inseriti solo gli imballaggi e non è necessario lavarli, basta svuotarli. E, se possibile, schiacciali prima di metterli nel contenitore della raccolta differenziata. La bottiglia, per esempio, va appiattita o schiacciata sul lato lungo e conferita con il tappo avvitato;
  • giocattoli, palloni, biro, pennarelli, borracce, mascherine, guanti e attrezzi vari non vanno mai abbandonati, ma inseriti tra i rifiuti indifferenziati;
  • anche in vacanza è importante riciclare: gestire rifiuti in alta montagna, nelle aree protette o sperdute è sempre complesso e costoso. Quindi è bene ridurre al minimo gli imballaggi non indispensabili e non lasciare alcun rifiuto in loco.

Come viene impiegata la plastica una volta riciclata?
Lo studio di Plastics Europe (l’associazione europea dei produttori di materie plastiche) ha evidenziato come nel 2018 dei 5 milioni di tonnellate di riciclati di plastica prodotti in continente, circa l’80% sia rientrato sottoforma di prodotti riciclati nell’economia interna. Diversi i settori di applicazione:

  • il 46% nell’edilizia, con i riciclati impiegati per la realizzazione di tubi per la fognatura, drenaggio e cavidotti, coni di scarico per le demolizioni, sifoni, pozzetti, lastre e via dicendo;
  • il 24% nell’imballaggio, con la realizzazione di foglie per termoformatura, cassette, reggette, cassoni e pallet, mandrini, bottiglie in genere, sacchi, film estensibili e fogli copri pallet;
  • il 13% in agricoltura attraverso i tubi per l’irrigazione e relativi accessori, i film per la protezione del fieno e del foraggio, i teli per la pacciamatura e il florovivaismo;
  • il 3% nel settore dell’automobile per la realizzazione di componentistica varia;
  • il 2% in elettrodomestici ed altre applicazioni tecnologiche;
  • l’1% nell’industria tessile, nei mobili e nell’arredamento, e nel tempo libero;
  • l’11% invece è relativo ad altri settori più generici. 

Quali sono le principali materie plastiche destinate al riciclo?
Sempre secondo i dati Corepla relativi al 2020, i rifiuti di imballaggio in plastica avviati a riciclo dal consorzio hanno raggiunto le 655.393 tonnellate e di queste 625.115 derivano dalla raccolta differenziata urbana, mentre 30.278 tonnellate da commercio e industria. Queste le percentuali suddivise per prodotto:

  • 30% PET, la resina termoplastica adatta al contatto alimentare;
  • 25% imballaggi misti;
  • 21% film;
  • 12% polietilene ad alta densità;
  • 12 % altro.

3 gennaio 2022