Posto che in Sofair le scrivanie non sono ancora state dotate di comode e pratiche sfere di cristallo, è legittimo chiedersi in questi frangenti di grandi cambiamenti quale sarà il futuro del mondo dell’imballaggio. I temi che scottano sulle scrivanie dei dirigenti d’azienda non mancano: la questione ambientale prima di tutto, ma anche la carenza di materie prime, l’aumento dei costi, l’incertezza geopolitica e in ultimo la repentina trasformazione del mercato globale dopo la pandemia. Non c’è di che annoiarsi insomma, e il modo migliore per farsi trovare pronti è provare a prevedere gli scenari nel medio e lungo termine. Pluriball, film personalizzabile, buste in polietilene, imballaggi in polietilene espanso, lasceranno davvero il posto ai sistemi di riempimento con carta, al nastro adesivo ecologico e al pluriball ecologico?

Il sondaggio

Ha provato ad effettuare una previsione ALL4PACK Emballage Paris, il salone del packaging e dei sistemi per la logistica che si terrà a Parigi il prossimo novembre. Un sondaggio condotto tra lo scorso mese di aprile e maggio, che ha coinvolto 211 stakeholder tra industrie utilizzatrici (circa il 60%) e fornitori (40%), appartenenti a categorie, dimensioni e paesi di provenienza diversi tra loro. Una sorta di spaccato ad ampio raggio per provare a prevedere il mercato del futuro.

Al primo posto l’ambiente

Che la transizione ecologica stia interessando da vicino anche il mondo degli imballaggi è assodato. Lo dimostrano i numeri: l’88% degli intervistati infatti ritiene che l’utilizzo di imballaggi sostenibili sia una priorità nel mercato di riferimento. Curiose sono però anche le ragioni per le quali gli intervistati ritiene di dover agire in modo maggiormente responsabile dal punto di vista della tutela ambientale (risposta a domanda multipla):

  • il 69% ritiene di dover soddisfare le aspettative dei consumatori
  • il 56% pensa di ricavarne un beneficio d’immagine
  • il 49% per adempiere alla normativa di legge

Perché la transizione ecologica nel mondo dell’imballaggio non può essere così semplice e immediata?

  • L’ostacolo principalmente dichiarato da parte degli utilizzatori è quello rappresentato dal costo d’acquisto: l’imballaggio riciclato può costare più di quello vergine, e solo un’attenta ricerca nel panorama dei fornitori può consentire di vendere e acquistare a prezzi competitivi (Sofair nel 2021 ha acquisito GreenFill, azienda specializzata in imballaggi “green”, creando su un ramo specializzato nel settore degli imballaggi sostenibili). Il 43% degli intervistati indica inoltre la scarsa disponibilità di prodotti ecologici, mentre un altro 43% ritiene il prodotto riciclato o bio non ancora sufficientemente prestante in termini di resa.
  • Per quanto riguarda i fornitori il principale ostacolo è il medesimo degli utilizzatori, quindi il costo dei materiali (57%),  seguito dalla disponibilità degli stessi (41%) e dall’investimento richiesto per lo sviluppo dei materiali sostenibili (29%).

Quindi quali saranno i materiali del futuro?

Attualmente i biomateriali sono poco impiagati dagli utilizzatori (14,8%), con il mercato maggiormente orientato su carta e cartone (86%) e plastica (75,8%). Il 39% degli intervistati sostiene che la previsione futura sarà quella di implementare l’utilizzo di prodotti sostenibili, magari abbinandoli a carta e cartone (il cui utilizzo è previsto in forte crescita).

E la plastica che fine farà?

Il 74% degli intervistati pensa che continuerà ad utilizzare prodotti derivati dal polimero, e solo il 3,6% è intenzionato ad eliminarla del tutto. Polietilene, politene, film estensibile, pluriball e derivati possono stare tranquilli: la plastica non scomparirà dal mercato, semplicemente andrà utilizzata in maniera efficiente, consapevole, effettuando in particolar modo una raccolta differenziata puntuale che favorisca il riciclo e l’economia circolare.

8 settembre 2022