Prima dell’avvento di internet il luogo più adatto per spararla grossa era il bar. Un piccolo contrattempo in bicicletta poteva trasformarsi nel giro pochi minuti un incidente mortale con possibili conseguenze tragiche per tutta l’umanità. Ma finché si trattava del bar, poco male. L’avvento di internet ha però ribaltato la stessa dinamica su scala potenzialmente infinita, visto che una notizia riportata in maniera superficiale può nel giro di un nanosecondo fare letteralmente il giro del mondo. Ecco perché è bene mettersi al riparo da tutto ciò che potenzialmente potrebbe influenzare in maniera negativa anche il mondo degli imballaggi. E le bufale o fake news in questo senso non mancano, visto che il panorama di riferimento è vasto: dal pluriball al nastro adesivo, dalle buste in polietilene al film personalizzabile, dagli imballaggi in polietilene espanso ai sistemi di riempimento con carta.

  1. Si può tranquillamente vivere anche senza plastica! FALSO. Almeno per il momento infatti un materiale con le identiche caratteristiche del polimero non esiste. La plastica è un materiale molto resistente, impermeabile, sterilizzabile, sanificabile, duttile, leggero, economico, isolante, elastico e duraturo nel tempo. Altri prodotti con uguali caratteristiche per adesso non ce ne sono. La vera sfida è quella di utilizzare la plastica unicamente quando non esistono alternative o prodotti sostitutivi. Ad esempio nel settore medico e sanitario la plastica è fondamentale proprio per le sue caratteristiche igieniche, di resistenza e durabilità.
  2. Eh ma non tutta la plastica è riciclabile! FALSO. Tutte le plastiche sono riciclabili e i dati della raccolta differenziata, del riuso e della seconda vita sono in continua crescita. Basti pensare che in Italia sono stati avviati a riciclo 2,3 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica post consumo. Dal 2006 ad oggi il volume degli imballaggi in plastica è aumentato almeno del 60% a fronte di una diminuzione del 67% della plastica conferita in discarica.
  3. La plastica inquina i mari! FALSO. O meglio, la plastica inquina i mari perché qualche genio non la conferisce nel modo opportuno, disperdendola nei mari, nei fiumi o nei laghi. Il buon esito di qualsiasi azione dipende dai comportamenti: se l’uomo imparasse a rispettare il mondo che gli è stato affidato, i mari non sarebbero inquinati. E non solo dalla plastica.
  4. Tutto il petrolio viene utilizzato per produrre imballaggi in plastica! FALSO. Soltanto una minima parte del petrolio estratto in tutto il mondo viene poi impiegato per produrre imballaggi in plastica. La percentuale stimata si avvicina soltanto all’1,5%. Senza contare ovviamente che dopo la prima lavorazione, la plastica può avere numerosi riutilizzi attraverso il riciclo.
  5. Sì va beh, ma usare la plastica per gli alimenti fa male! FALSO. No, anzi, gli imballaggi in plastica sono un efficace soluzione per contrastare lo spreco alimentare visto che riescono a conservare gli alimenti più a lungo impedendo dunque che tonnellate di cibo venga mandato al recupero organico prima del tempo. Anche in questo caso il segreto sta nell’equilibrio, utilizzando la giusta dose di imballaggio plastico per ciascun packaging. Inoltre le tecnologie con il tempo si sono evolute e la plastica impiegata per il confezionamento sta diventando sempre più sottile, efficiente ed efficace, richiedendo meno utilizzo di materiale per ogni prodotto.

Curiosità: ma le raccolte dei tappi in plastica? Bufala o verità?

C’è stato un periodo, attorno agli anni Novanta, nel quale i tappi in plastica delle bottiglie erano più ricercati di un Rolex Daytona Paul Newman. La raccolta massiva dei tappi in plastica doveva infatti servire a finanziare opere di beneficenza, come acquisti di materiale medico o di attrezzature come carrozzine o stampelle. Il fatto che ciclicamente le raccolte di tappi sparissero e ricomparissero dall’opinione pubblica ha alimentato la leggenda: ma servono davvero o è tutta una diceria? I tappi rendono davvero, perché realizzati in una tipologia di plastica “pregiata” come polietilene (PE) o polietilene ad alta densità (HDPE), riciclabile praticamente all’infinito. Una tonnellata di tappi di plastica può infatti valere dai 150 € ai 200 €, e le associazioni che ne organizzano la raccolta (spesso difficoltosa perché raccogliere una moltitudine di tappi richiede un elevato spazio di stoccaggio e di trasporto) ne beneficiano davvero per progetti sociali e di inclusione.


16 settembre 2022