Quante volte sentiamo, ma probabilmente non ascoltiamo fino
in fondo? La consapevolezza di quel che facciamo ogni giorno passa anche dalla comprensione
degli argomenti di stretta pertinenza: nel mondo dell’imballaggio e del
packaging (che sembrano sinonimi ma in realtà non lo sono), tanto quanto in
quello della sostenibilità e dell’economia circolare. Ecco dunque un piccolo glossario
dell’imballaggio e del packaging: perché può capitare che terminologie di uso
corrente non vengano percepite per il loro reale significato, oppure che
qualche concetto non faccia ancora parte del proprio bagaglio. 10 termini pronti
all’uso, che non possono mancare nel proprio vocabolario.  


1. AUTOCONSUMO

L’operazione attraverso la quale un produttore di imballaggi utilizza altri imballaggi
(da lui stesso fabbricati) per confezionare i propri prodotti.


2. ECONOMIA CIRCOLARE

Un tema di stretta attualità, che può spaziare dalla creazione e l’ideazione di
prodotti più sostenibili attraverso materiali riciclati e riciclabili, alla
riduzione dei rifiuti e all’educazione al riuso. Il termine economia circolare viene
impiegato proprio perché come un cerchio un prodotto parte da un determinato
punto attraversando tutta la circonferenza per ripresentarsi poi nella stessa
posizione sotto un’altra veste. Non c’è quindi un capolinea, con la
trasformazione che è in grado non solo di dare nuova vita alle materie prime ma
anche di generare indotto e lavoro. Non ne è esente il mondo degli imballaggi,
e uno degli esempi più in voga del momento è quello ad esempio delle
tritacartoni: macchine ideate e pensate per trasformare i cartoni di
smaltimento dei magazzini in materiale da riempimento per gli imballaggi.

3. IMBALLAGGIO vs PACKAGING

In realtà i due mondi non si schierano affatto l’uno contro l’altro, ma sono
due diverse sfaccettature dello stesso scopo. L’imballaggio ha infatti il
compito principale di preservare, tutelare e proteggere un prodotto dai
possibili incidenti di percorso durante il processo che porta dalla produzione
al consumo finale. Il packaging è piuttosto il vestito che un prodotto deve
indossare per convincere il consumatore, per renderlo immediatamente riconoscibile,
per posizionarlo sul mercato e renderlo appetibile.

4. IMBALLAGGIO PRIMARIO

Si tratta dell’imballaggio più prossimo al prodotto finale, ovvero quello concepito
in modo da costituire un’unità di vendita per l’utente finale o per il
consumatore”. Che, detto in parole semplici, è la confezione che vediamo
direttamente sullo scaffale del supermercato, all’interno del negozio o nel
frigorifero di un bar. Quindi potrebbe essere il sacchetto che contiene i
biscotti, il flacone del detersivo piuttosto che la bottiglia di una bibita o
il pacco di pasta.  

5. IMBALLAGGIO SECONDARIO

In generale l’imballaggio secondario raggruppa un determinato numero di singoli
prodotti pronti al consumo. Il prodotto, una volta tolto dall’imballaggio secondario, si
presenta nel suo imballaggio primario pronto all’uso. Un esempio? La confezione che raggruppa un certo
numero di lattine di pelati, la plastica che consente il trasporto di sei
bottiglie d’acqua, il cartone che contiene i succhi di frutta. Questo tipo di
imballaggio può essere funzionale alla vendita, oppure anche semplicemente facilitare
il trasporto.

6. IMBALLAGGIO TERZIARIO

Ovvero l’imballaggio dedicato al trasporto, quello che facilita le operazioni
di spedizione, stoccaggio e consegna presso le varie destinazioni. Più in
generale si può dire che sia destinato a proteggere e a facilitare la
movimentazione delle merci durante il percorso.

7. PLASTICA BIODEGRADABILE

Si tratta di una plastica che può essere decomposta da batteri o funghi quando
si trova in un ambiente acquatico, gassoso o costituito da biomassa. È
necessario uno specifico lasso di tempo, particolari condizioni climatiche e la
presenza di ossigeno o microorganismi capaci di digerirla.


8. PLASTICA COMPOSTABILE

Una plastica ricavata dalla biomassa (ovvero un materiale di origine biologica,
come l’amido di mais, di grano, di tapioca, di patate), che non contiene alcun
componente di origine fossile (derivato da carbone o petrolio). Come ad esempio
le “patatine BIO” per il riempimento.

9. PLASTICA RICICLATA

Viene definita riciclata la plastica che ha già vissuto una “prima vita” sotto
forma di prodotto. Questa viene raccolta attraverso la raccolta differenziata
per creare una nuova materia prima, destinata alla creazione di altri prodotti.















10. SOSTENIBILITÀ

Il dizionario riporta queste esatte parole: che si può sostenere, che può
essere affrontato, che può essere sopportato. Un imballaggio è dunque
sostenibile quando viene pensato e ideato per creare il minor impatto
ambientale possibile, pur mantenendo inalterate le proprie proprietà. Le buone
pratiche in questo ambito possono essere il risparmio della materia prima, la
riduzione all’essenziale dei materiali d’imballo, l’utilizzo di materiale riciclabile
o riciclato, lo svolgimento di una puntuale attività di differenziazione e riciclo
dei materiali. Anche il mondo del packaging sta sempre di più inseguendo questa
nuova tendenza che mira alla tutela dell’ambiente.

15 febbraio 2022