Prima dell’avvento di internet il luogo più adatto per
spararla grossa era il bar. Un piccolo contrattempo in bicicletta poteva trasformarsi
nel giro pochi minuti un incidente mortale con possibili conseguenze tragiche
per tutta l’umanità. Ma finché si trattava del bar, poco male. L’avvento di
internet ha però ribaltato la stessa dinamica su scala potenzialmente infinita,
visto che una notizia riportata in maniera superficiale può nel giro di un
nanosecondo fare letteralmente il giro del mondo. Ecco perché è bene mettersi al riparo da tutto ciò che potenzialmente potrebbe influenzare in maniera
negativa anche il mondo degli imballaggi. E le bufale o fake news in questo
senso non mancano, visto che il panorama di riferimento è vasto: dal pluriball
al nastro adesivo, dalle buste in polietilene al film personalizzabile, dagli
imballaggi in polietilene espanso ai sistemi di riempimento con carta.
- Si può tranquillamente vivere anche senza
plastica! FALSO. Almeno per il momento infatti un materiale con le identiche caratteristiche del
polimero non esiste. La plastica è un materiale molto resistente, impermeabile,
sterilizzabile, sanificabile, duttile, leggero, economico, isolante, elastico e
duraturo nel tempo. Altri prodotti con uguali caratteristiche per adesso non ce
ne sono. La vera sfida è quella di utilizzare la plastica unicamente quando non
esistono alternative o prodotti sostitutivi. Ad esempio nel settore medico e
sanitario la plastica è fondamentale proprio per le sue caratteristiche
igieniche, di resistenza e durabilità. - Eh ma non tutta la plastica è riciclabile!
FALSO. Tutte le plastiche sono riciclabili e i dati della raccolta differenziata, del
riuso e della seconda vita sono in continua crescita. Basti pensare che in
Italia sono stati avviati a riciclo 2,3 milioni di tonnellate di imballaggi in
plastica post consumo. Dal 2006 ad oggi il volume degli imballaggi in plastica
è aumentato almeno del 60% a fronte di una diminuzione del 67% della plastica
conferita in discarica. - La plastica inquina i mari! FALSO. O meglio, la plastica inquina i mari perché qualche genio non la conferisce nel
modo opportuno, disperdendola nei mari, nei fiumi o nei laghi. Il buon esito di
qualsiasi azione dipende dai comportamenti: se l’uomo imparasse a rispettare il
mondo che gli è stato affidato, i mari non sarebbero inquinati. E non solo
dalla plastica. - Tutto il petrolio viene utilizzato per
produrre imballaggi in plastica! FALSO. Soltanto una minima parte del petrolio estratto in tutto il mondo viene poi
impiegato per produrre imballaggi in plastica. La percentuale stimata si
avvicina soltanto all’1,5%. Senza contare ovviamente che dopo la prima
lavorazione, la plastica può avere numerosi riutilizzi attraverso il riciclo. - Sì va beh, ma usare la plastica per gli
alimenti fa male! FALSO. No, anzi, gli imballaggi in plastica sono un efficace soluzione per contrastare
lo spreco alimentare visto che riescono a conservare gli alimenti più a lungo
impedendo dunque che tonnellate di cibo venga mandato al recupero organico
prima del tempo. Anche in questo caso il segreto sta nell’equilibrio,
utilizzando la giusta dose di imballaggio plastico per ciascun packaging.
Inoltre le tecnologie con il tempo si sono evolute e la plastica impiegata per
il confezionamento sta diventando sempre più sottile, efficiente ed efficace,
richiedendo meno utilizzo di materiale per ogni prodotto.
Curiosità: ma le raccolte dei tappi in plastica? Bufala o
verità?
delle bottiglie erano più ricercati di un Rolex Daytona Paul Newman. La
raccolta massiva dei tappi in plastica doveva infatti servire a finanziare
opere di beneficenza, come acquisti di materiale medico o di attrezzature come
carrozzine o stampelle. Il fatto che ciclicamente le raccolte di tappi
sparissero e ricomparissero dall’opinione pubblica ha alimentato la leggenda:
ma servono davvero o è tutta una diceria? I tappi rendono davvero, perché
realizzati in una tipologia di plastica “pregiata” come polietilene (PE) o
polietilene ad alta densità (HDPE), riciclabile praticamente all’infinito. Una
tonnellata di tappi di plastica può infatti valere dai 150 € ai 200 €, e le
associazioni che ne organizzano la raccolta (spesso difficoltosa perché
raccogliere una moltitudine di tappi richiede un elevato spazio di stoccaggio e
di trasporto) ne beneficiano davvero per progetti sociali e di inclusione.
16 settembre 2022